La disabilità intellettiva è definita come un disturbo che emerge in età evolutiva e che include deficit sia del funzionamento intellettivo che adattivo nelle aree concettuali, sociali e pratiche (criteri diagnostici secondo il DSM-5).
I deficit nelle funzioni intellettive, come ragionamento, risoluzione di problemi, capacità di pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e capacità di apprendere dall’esperienza devono essere confermati sia da una valutazione clinica che da test di intelligenza individuali standardizzati.
I deficit nel funzionamento adattivo, si riferiscono agli insuccessi che si incontrano nell’affrontare le richieste standard tipiche per l’età e il contesto socioculturale, relativamente all’autonomia personale e alla responsabilità sociale.
Senza supporto, i deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più aree della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e le autonomie in molteplici contesti, come quelle in casa, nella scuola, nel lavoro e nella comunità.
Il livello di gravità della disabilità intellettiva non si stabilisce sulla base del punteggio di Quoziente Intellettivo (QI), ma sulla base del livello di funzionamento adattivo, perché è quest’ultimo e non il QI che determina il livello dei supporti richiesti.
È necessaria quindi una attenta analisi dei bisogni dell’individuo, considerato nel proprio contesto sociale (famiglia, scuola e società).